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Black Cat Nine King Of The Hill Cover
Artist: Black Cat Nine
Location: Vicenza, Italy
Line-up: Roy Reynolds (lead vocals, bass guitar), Gary Wofford (rhythm guitar), Andy Tonin (lead guitar), Teddy Freese (drums)
Album: King Of The Hill
Label & Pubblication Year: BlackCat9 Records, 2004
Tracklist: Bitch In The First Degree / Less Is More / Nothing But Hate / Sick / Heads Will Roll / King Of The Hill / Scratch That Itch / Psycho Boy / Pieces / Helpless / Walking On Glass / Shout It Out
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Corre l'anno 2002, il sottoscritto si reca ad una serata al Transilvania di Milano e si becca fra le corna un'infiammata esibizione dei Black Cat Nine, intenti nel promozionare la loro ultima uscita "Genuine Worldshakers", accaparrandosi fra l'altro uno dei cd gettati dai quattro gratuitamente in pasto al pubblico alla fine del concerto. Passano 2 anni e con una formazione rinnovata dall'entrata del chitarrista Andy Tonin, in sostituzione del fuoriuscente DJ Parker, ecco tornare il quartetto di radici americane con base a Vicenza, con una nuova dose di potente hard rock. La regola si conferma ed il titolo del nuovo lavoro non è un misero autoproclama ma riflette veramente la condizione attuale del quartetto: infatti se la prova precedente sapeva scuotere ma non andava oltre, questa volta i Black Cat Nine piazzano una manciata di tracce dalle potenzialità elevatissime, capaci di farli balzare, quasi solitari, ai vertici al movimento hard rock tricolore. I Black Cat Nine danno fuoco alle polveri, e rivestono, almeno nella prima parte del lavoro, le proprie composizioni con una prestante attitudine metallica e moderna. E' così che capita di incontrare chitarre d'ispirazione thrash in "Nothing But Hate" pervasa dalle atmosfere marziali create dal ribollente refrain, o un arrembante attacco infarcito di richiami ai Beautiful Creatures quale "Sick". C'è poi spazio per il dinamismo dell'anthemica "Heads Will Roll" nella quale a salire in cattedra è Andy Tonin, un chitarrista che grazie alle proprie inarrestabili scorribande soliste sembra aver messo le ali sotto i piedi ai Black Cat Nine, senza bisogno di Red Bull alcuno! Certo "King Of The Hill" non perde nemmeno di vista i territori più classici e così la title track e la seguente "Scratch That Itch" vanno a parare nel segno di Ac/Dc, Junkyard o se volete dei più attuali ed a mio avviso ottimi canadesi Stampede Queen. Superata la metà "King Of The Hill" riserva ulteriori e gustose sorprese. E' infatti il turno di "Psycho Boy" che per buona parte della propria durata scorre verso un hard rock dalle tinte fortemente punk, tanto da ricordarmi in alcuni frangenti la reinterpretazione degli Skid Row di "Psycho Theraphy" per poi lasciare spazio, nella parte centrale, a lampi di pura alienazione. C'è poi spazio per un altra traccia anomala quale "Pieces", episodio che alterna versi ritmati esclusivamente dal basso di Roy Reynolds e dalla batteria di Teddy Freese con chiassose esplosioni sonore figlie non riconosciute dei Nashville Pussy. "Walking On Glass" e "Helpless" portano verso scenari più cupi rispetto al resto del lavoro mentre la conclusione viene affidata a "Shout It Out" che non solo per il titolo ricorda i Kiss. Tirando le somme "King Of The Hill" è un lavoro che pur senza perdere il bandolo della matassa o risultare dispersivo, si mostra variegato, eterogeneo e maturo fotografando lo stato di una band giunta probabilmente all'apice del proprio splendore. Una produzione di livello assoluto realizzata sotto la guida di Angelo Giordano presso il Modus Prgetti Musicali Studio di Vicenza ed una veste grafica spartana ma d'impatto ad opera di Nathan Griff, aggiungono ulteriore valore a questo "King Of The Hill" che senza indugio ferma la propria corsa sul trono di top album!

Recensione realizzata da Rossi Bruno
Vote: 8